venerdì 14 febbraio 2014

Inettitudine e attivismo, pessimismo e ottimismo, io nel mondo

Nel 900' gli inetti, persone che non agiscono, erano protagonisti di romanzi, mentre Dante Alighieri nella Divina Commedia, li condanna all'inferno dove vengono continuamente punti da vespe e tormentati da mosconi. Mi chiedo il perché. Perché persone senza voglia di agire devono essere così fortemente, così duramente punite? Perché devono essere lodate? Che pensava Dante? Che pensavano gli scrittori del 900'?
Immagino un uomo, seduto su un divano, immobile, occhi fissi nel vuoto. Perché fa cosi?
Immagino sia stanco, stanco di agire, stanco del mondo e della società in cui si ritrova, stanco di non riuscire a migliorare il mondo. L'unica cosa che gli è rimasta da fare è guardare. Guardare il mondo andare avanti e tornare indietro, guardare persone agire e fallire, guardare gli altri faticare per nulla. Per questo credo sia inetto. Perché è stanco di non vedere cambiamenti dopo il suo agire. Parlo di un uomo che in passato era attivo ma che ora è inetto perché il suo attivismo non ha portato ai risultati in cui credeva. A quelli in cui sperava. A quelli che voleva.
Che fastidio ti da quest'uomo Dante? Pensi che non avrebbe dovuto mollare, forse. Allora puniscilo.
Puniscilo perché ha perso la speranza, puniscilo perché ha smesso di credere, puniscilo perché non vuole più essere attivo e ottimista. Puniscilo per questo. Puniscilo perché ha rinunciato.
Puniscilo perché ha smesso di combattere la battaglia della vita.
Se invece parlassi di un uomo che non è mai stato attivo? Che non è mai stato ottimista? Che è sempre stato inetto e pessimista? Punirlo perché? Ti da forse fastidio, Dante, che gli altri fatichino e che lui si goda la vita? Fastidio perché lui sta a guardare mentre gli altri fanno? Fastidio perché non merita la vita datagli da Dio? Fastidio perché non sfrutta la possibilità di agire?
Magari, Dante, quest'uomo non la voleva nemmeno una vita. Magari ha mai desiderato nascere. Magari non vuole vivere la vita che Dio gli ha dato appunto per punire quest'ultimo, ovvero, magari vuole punire Dio per avergli dato una vita che lui non ha mai voluto. Allora puniscilo Dante.
Puniscilo perché non ha sfruttato la sua occasione, puniscilo perché è rimasto ad aspettare e a guardare, puniscilo perché ha disubbidito a Dio, ovvero, puniscilo perché ha avuto il coraggio di punire Dio non vivendo la vita datagli.
Puniscilo perché non ha mai combattuto la battaglia della vita.
Tormentali Dante, falli correre. Senza pause, per sempre. Falli stancare Dante. Fagli fare tutto quello che in vita non hanno fatto.
Voi scrittori del 900' che li lodate, voi, che li premiate. Perché? Deduco li ammiriate.
Ammirate persone che nella loro esistenza sono riuscite a mostrare indifferenza verso tutto. Sono riusciti a non farsi coinvolgere in niente. Alcuni sono riusciti a godersi la vita senza dover faticare. Sono riusciti a guardare gli altri lavorare.
Immagino un uomo, su un divano, che guarda nel vuoto, poi il mondo, poi sorride. Sorride e aspetta. Aspetta che il mondo venga cambiato, aspetta che il mondo diventi quello che lui sogna, Quello che lui vuole.
Lodatelo, perché ha pazienza, lodatelo perché è ottimista.
Lodatelo perché non combatte la battaglia della vita che non vuole.
Parlo adesso invece di un uomo, seduto su un divano, che fissa solo nel vuoto, con sguardo d'indifferenza, con sguardo perso.
Lodatelo perché non si mette in mezzo, lodatelo perché rimane in disparte, lodatelo perché non sceglie né tra giusto e sbagliato, né tra bene e male. Lodatelo perché non da fastidio a nessuno, lodatelo perché fa quello che vuole.
Lodatelo perché no combatte la battaglia della vita che non vuole vivere.
Dante puniscili perché sono pessimisti.
Scrittori lodateli perché sono ottimisti.
Dante puniscili perché non agiscono.
Scrittori lodateli perché non fanno ciò che non vogliono fare.
Secondo Dante vivere significa fare, agire. E per agire devi essere ottimista. E per esserlo devi credere.
Ma, in realtà, pensateci bene, non è così come dice Dante. Una persona può benissimo essere ottimista e inetta, credendo ma lasciando fare agli altri, come una persona può benissimo essere pessimista e attiva, non credendo ma agendo lo stesso. Tutti noi siamo così. Parlo di me adesso, ma sono sicura che il mio esempio vi farà pensare anche a voi stessi.
Credo nell'Italia come paese e credo nella possibilità di migliorarlo. Ma, non agisco. Aspetto che gli altri lo migliorino al posto mio. Gli altri chi? Quelli ottimisti e attivi che credono nell'Italia e che fanno di tutto per migliorare questo paese. Ma anche quelli pessimisti e attivi, che non ci credono ma che ci provano lo stesso. Qui io sono ottimista e inetta, perché credo ma non agisco.
Ho sempre preferito gli Stati Uniti d'America all'Italia, e il mio sogno è sempre stato quello di vivere là e di aiutare quel paese a crescere e migliorare. So comunque, che allo stesso tempo lì ci sono persone come me nell'esempio precedente, ovvero persone che sperano che il loro paese migliori ma che non agiscono. Loro sono ottimisti e inetti mentre io qui, sono ottimista e attiva.
Dubito fortemente, anzi, quasi non credo, che quello che una volta era la mia famiglia torni ad esserlo. Ma agisco lo stesso, provando a rimettere insieme i pezzi del puzzle, distrutto molto tempo fa.
Sono qui, pessimista e attiva.
Ci sono molte persone che non credono in ciò che fanno eppure lo fanno lo stesso. Tanto provare non costa nulla. Queste sono pessimiste e attive come me nell'esempio precedente. Vi ritrovate in ciò che dico? Nella vostra vita quotidiana potete cambiare spessissimo. Passare da ottimisti a pessimisti, da attivi a inetti e viceversa.
Quello che per ultimo voglio dire è che nessuno dovrebbe essere punito. Né attivi né inetti, né ottimisti né pessimisti. Perché alla fine ognuno fa quello che vuole fare.
C'è chi ha bisogno di motivi per agire e chi non ne ha. C'è chi ha bisogno di speranza e chi no.
Per questo c'è chi la vede in un modo e chi nell'altro.
Per questo Dante punisce e gli scrittori del 900' lodano.






Desirèe Fugazzola


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