Odio quando volgi il tuo sguardo al nemico
come si offre una caramella a un bambino.
Bugiardo.
Desirèe Fugazzola
giovedì 5 dicembre 2013
"Eternità" di Desirèe Fugazzola
E rimango lì ore,
a fissare quella scritta,
mi si appanna la vista,
ti amo.
Desirèe Fugazzola
a fissare quella scritta,
mi si appanna la vista,
ti amo.
Desirèe Fugazzola
"Odore" di Desirèe Fugazzola
Misto fra fumo e profumo:
quale arriva prima
al mio tartufo?
Desirèe Fugazzola
quale arriva prima
al mio tartufo?
Desirèe Fugazzola
"Debolezza" di Desirèe Fugazzola
E le macchine che passano mi trascinano via,
come le foglie in terra,
sono debole.
Desirèe Fugazzola
come le foglie in terra,
sono debole.
Desirèe Fugazzola
ANNUNCIO
Ogni tanto mi viene voglia di scrivere piccole poesie, inventate completamente da me, al momento. Una cosa di un secondo. Ho intenzione di scriverle sul mio blog e spero vi piacciano.
Grazie
Grazie
Commento su "Amore è un desio" di Iacopo da Lentini
Pochi giorni fa feci una verifica di letteratura italiana. Il professore ci diede il testo di una poesia da lui scelta e alcune domande al riguardo. La poesia era "Amore è un desio" di Iacopo da Lentini, famoso esponente della poesia siciliana. Recita così:
Amor è un desio che ven da' core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima genera l'amore
e lo core li dà nutricamento.
Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so 'namoramento,
ma quell'amor che stringe con furore
da la vista de li occhi ha nasmento:
ché li occhi rapresenta a lo core
d'onni cosa che veden bono e rio,
com'è formata naturalmente;
e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.
Poesia incredibilmente affascinante secondo i miei gusti, ma soprattutto vera.
Una delle domande della verifica era: Nel sonetto viene esaltata una concezione dell'amore naturalistica e spontanea che "regna fra la gente"; Proponi alcune osservazioni sull'argomento, riflettendo sul rapporto esistente tra gli occhi e il cuore e tra il vedere e l'immaginare.
La mia risposta è stata questa: (vi consiglio di leggere attentamente per capire meglio ciò che voglio intendere)
Si dice che l'amore può nascere da un semplice sguardo. Amore a prima vista. E' naturale, è spontaneo. Gli occhi vedono quella persona, incontrano il suo sguardo, si perdono in pensieri, emozioni, forti. Non ti chiedi perchè, sai solo che è successo; scopri che è possibile. Poi quell'immagine viene catturata, salvata nella mente, conservata nel cuore. E quando ci ripensi, la tua mente apre la cartella nella quale aveva messo il file, e ti ci fa pensare, mentre il cuore apre una sua porticina e ti fa provare emozioni, piacere. Mi chiedo allora chi comanda? Il cuore o la mente? Il cuore mi fa provare sentimenti, mentre la mente mi fa pensare. Ma sono queste due cose legate fra loro? In fondo si, lo sono.
La mente dice "immagina", e il cuore prova emozioni. Il cuore dice "prova emozioni", e la mente immagina. Ma se la mente dicesse "prova emozioni" e il cuore immaginasse? Se il cuore dicesse "immagina" e la mente provasse emozioni? I due ruoli si scambiano, le funzioni si scambiano. Alla fine è tutto un'unica cosa. Il pensare e l'amare, l'amare e il pensare. Si susseguono, come causa ed effetto, come effetto e causa. Vedere e immaginare. Sembrano cosi diversi, ma anche loro sono in realtà simili. Vedere con gli occhi, immaginare con la mente, sentire con il cuore. E' veramente solo così? Non credo. Io vedo, immagino e sento con gli occhi. Io immagino, vedo e sento con la mente. Io sento, vedo e immagino con il cuore. Ruoli intercambiabili. E chi non ha la vista? Non vorrei dilungarmi su questo argomento, anche se avrei moltissime cose su cui scrivere. Ma pensandoci per un secondo, chi non ha la vista?
Chi non ha la vista, vede con il cuore e con la mente.
L'amore, questo tipo di amore, regna fra la gente, dice il poeta.
E si, è vero. Accade alla maggior parte di noi di innamorarsi di una persona dopo averla vista. Ma a me è capitato prima. A me è capitato di amare ancora prima della veduta. Perchè ho visto col cuore, con la mente, ho visto con tutta me stessa.
Dice che si, capita di innamorarsi senza vedere l'innamorato e allora penso che è possibile, che è stato possibile e che lo sarà, per sempre.
Mi sono innamorata di un ragazzo che vive in Norvegia a esattamente 2414.531 km di distanza da me.
Il 28-04-13 ci siamo fidanzati. Il 2-01-14 ci incontreremo per la prima volta. Per la prima vera volta.
e lo cor
martedì 8 ottobre 2013
Incidente con la corda...
Ciao a tutti miei cari lettori...
Non è proprio una bella giornata oggi per me, voi come ve la passate?
Bhe spero meglio di me, sdraiata con un piede fasciato.
Già...lunga storia, ve la racconto..
Faccio molto esercizio fisico, pratico nuoto sincronizzato due volte alla settimana e mi alleno a casa per restare in forma...
Un bel di, brutto di anzi, stavo saltando la corda quando appoggiai male il piede sinistro. Li per li non mi fece male ma il giorno dopo ecco che il piede si gonfiò e che diventai zoppa.
Questo successe giovedi scorso...il piede faceva sempre più male nonostante arnica e ghiaccio ma io, da brava stupida, pensai che sarebbe guarito entro domenica. Fatto sta che non riuscivo a camminare bene e che muovermi era diventato uno sforzo sovrumano.
Ieri mentre mi recavo a scuola, in metropolitana, un simpaticissimo signore senza farlo apposta mi calpestò il piede sinistro...immaginatevi il dolore...rimasi bloccata...per fortuna arrivò una mia amica ad aiutarmi e piano piano arrivai a scuola. Ma il piede faceva sempre più male e non riuscivo nemmeno ad appoggiarlo.
Decisi di chiamare qualcuno per portarmi all'ospedale per farmi visitare; mio nonno paterno era impegnato con mia nonna, mio nonno materno con degli esami, mia madre a lavoro, mio padre con qualcosa che non mi ricordo...chi mi rimaneva? Pensai che mia zia non lavorava il lunedi cosi la chiamai alle 7:50 del mattino.
Doveva accompagnare mio cugino a scuola alle 9 e poi mi avrebbe raggiunta. Abita pure lontano dalla mia scuola pensate, che cuore d'oro.
Arrivò verso le 10:00...tutto il tempo rimasi in metropolitana sulle panchine ad ascoltare la musica e guardare la gente che saliva e scendeva dai treni che partivano ed arrivavano...
Mi accompagnò all'Humanitas...mi piacevano gli ospedali, nel senso, mi piaceva il fatto che curavano le persone malate..ma quel giorno non mi piacque più; vedere tutte quelle persone vecchie, sui lettini, con tutti quei fili che li tengono in vita, con i parenti attorno con i visi tristi...la cosa era davvero davvero triste...
Dissi a mia zia che non avrei mai avuto il coraggio di lavorare in un ospedale.
Facemmo la fila per andare in una stanza dove mi avrebbero chiesto i dati personali e ciò che era successo.
Davanti a noi una donna in carrozzella con suo marito in piedi accanto a lei. Aveva il piede sollevato. Anche lei probabilmente si era fatta male al piede.
Tocca a noi dopo 40 minuti di coda. Entriamo. Mia zia ha la caratteristica di essere una comica nata. Scherzammo con la ragazza e il ragazzo che chiesero i miei dati. Nome, cognome, data di nascita, luogo di nascita, dove vivi eccetera eccetera. Mi mettono un braccialetto con un codice sopra.
TRIAGE
Priorità: codice verde
Ambulatorio: traumatologia
Causa: trauma accidentale
Motivo accesso: giunge per trauma piede sinistro da ieri (gli dissi che mi ero fatta male domenica perchè mia zia mi disse che se gli avessi detto che era giovedi mi avrebbero mandata a cagare in un certo senso...) nega patologie, allergie e gravidanze
VISITA
Aspettiamo in sala d'attesa per tipo un ora. Vedo che chiamano la donna in carrozzella che era prima do noi. Presto sarebbe toccato a me. Tocca a me, io e mia zia entriamo nella stanza. Dottoressa e Dottore. Il dottore molto sexy...davvero. Mi fece le stesse domande che mi avevano già fatto e poi mi disse di togliermi le scarpe le calze e anche i pantaloni. Per lui sarei rimasta molto volentieri in mutande. Queste cose non capitano spesso. Mia zia suggerì di alzare solo il pantalone -__-'' va bhe...
Il dottore sexy inizia a toccarmi il piede ed analizzarlo come se fosse un reperto storico. Il dottore sexy diventa anche strano. Tocca qui e tocca là alla fine stampa i risultati.
Dati anamnestici: trauma distorsivo piede sinistro ieri
Esame obbiettivo: dolore alla palpazione in regione PAA e medio piede con zoppia di fuga e lieve limitazione antalgica funzionale. No deficit VNP. Detto in parole povere? Distorsione al piede. Perchè devono essere così complicati...
Il dottore sexy e strano dice che per fare la lastra devo avere il permesso di uno dei miei genitori...ci fa accomodare fuori e dice che ci saremmo rivisti dopo...non vedevo l'ora.
Chiamo mio padre e gli dico che deve venire all'Humanitas eccetera eccetera. Dpo un 40 minuti arriva e io mia zia e lui aspettiamo per la lastra.
Dopo tipo mezz'ora un altro dottore abbastanza sexy mi chiama in una stanza. Mi fa togliere scarpe calza e alzare il pantalone e mi fa sdraiare su un lettino di ferro. Mi fa mettere in diverse posizioni per le lastre e infine mi dice che avrei dovuto aspettare in sala attesa fino a che l'altro dottore (quello sexy) non mi avesse chiamata. Aspettammo ancora 40 minuti fino a che il dottore sexy chiama. Entriamo tutti e tre dentro. La dottoressa mi fa togliere scarpe calze e anche i pantaloni evviva! Sembro una pervertita lo so...ma dottori sexy non capitano sempre, e a dottori sexy non capitano sempre pazienti sexy...La dottoressa inizia a fasciarmi la gamba mentre il dottore spiega a mio padre e mia zia cosa avrei dovuto fare eccetera eccetera...
Con il gambone che mi ritrovavo era quasi impossibile infilarmi i jeans; la dottoressa mi disse che se non riuscivo avrebbe dovuto tagliarli...Lei non si azzarda a toccare i miei jeans e questa gamba entra subito nei pantaloni. Feci entrare la gamba. Volere è potere cara dottoressa...Salutammo il dottore sesy e la dottoressa.
DIMISSIONE:
Terapia consigliata: si confeziona bendaggio adesivo da rimuovere a casa fra 5 gg, ghiaccio 20' 4 volte al dì per 5 gg, arto in scarico, riposo, deambulazione con due bastoni e carico progressivo per 5 gg poi abbandono dei bastoni (che si chiamano stampelle in lingua italiana), OKI una bustina al dì per 3 gg poi al bisogno se dolore.
Diagnosi: distorsione post traumatica medio piede e TT sinistra
Ci danno miliardi di fogli che io leggo e adesso scusate un attimo, ma o sono io che sono scema, oppure sono loro che a stare in ospedale sono diventati più malati dei pazienti...Su uno di questi fogli c'è scritto quello che ho appena detto, su un'altro invece c'è scritto:
. codice bianco (non era mica verde?)
. frattura (non era mica distorsione?)
. non si apprezzano rime di frattura (ma non era appena diventato una frattura?)
Fatto sta che sono a casa ragazzi, sdraiata sul mio letto, senza fare niente, con la mia family al mio servizio, la scuola il più lontano possibile da me...l'unica cosa brutta è che mi si sta congelando un piede, le stampelle fanno schifo e non riesco ad usarle, per andare in bagno ci metto una vita e la cucina è troppo lontana...
Ma va bene così, nulla è sempre tutto bello...ci sono sempre aspetti negativi...ehhh già...
Detto questo, spero che voi ve la stiate spassando ragazzi, credetemi, stare sdraiati su un letto senza potersi muovere non è una bella sensazione, e credo che le persone anziane in ospedale lo sappiano fin meglio di me...godetevi la vita, muovetevi, perchè questa è una grande libertà, quella di poter camminare e andare avanti...
Un bacione
Desiree Fugazzola
Non è proprio una bella giornata oggi per me, voi come ve la passate?
Bhe spero meglio di me, sdraiata con un piede fasciato.
Già...lunga storia, ve la racconto..
Faccio molto esercizio fisico, pratico nuoto sincronizzato due volte alla settimana e mi alleno a casa per restare in forma...
Un bel di, brutto di anzi, stavo saltando la corda quando appoggiai male il piede sinistro. Li per li non mi fece male ma il giorno dopo ecco che il piede si gonfiò e che diventai zoppa.
Questo successe giovedi scorso...il piede faceva sempre più male nonostante arnica e ghiaccio ma io, da brava stupida, pensai che sarebbe guarito entro domenica. Fatto sta che non riuscivo a camminare bene e che muovermi era diventato uno sforzo sovrumano.
Ieri mentre mi recavo a scuola, in metropolitana, un simpaticissimo signore senza farlo apposta mi calpestò il piede sinistro...immaginatevi il dolore...rimasi bloccata...per fortuna arrivò una mia amica ad aiutarmi e piano piano arrivai a scuola. Ma il piede faceva sempre più male e non riuscivo nemmeno ad appoggiarlo.
Decisi di chiamare qualcuno per portarmi all'ospedale per farmi visitare; mio nonno paterno era impegnato con mia nonna, mio nonno materno con degli esami, mia madre a lavoro, mio padre con qualcosa che non mi ricordo...chi mi rimaneva? Pensai che mia zia non lavorava il lunedi cosi la chiamai alle 7:50 del mattino.
Doveva accompagnare mio cugino a scuola alle 9 e poi mi avrebbe raggiunta. Abita pure lontano dalla mia scuola pensate, che cuore d'oro.
Arrivò verso le 10:00...tutto il tempo rimasi in metropolitana sulle panchine ad ascoltare la musica e guardare la gente che saliva e scendeva dai treni che partivano ed arrivavano...
Mi accompagnò all'Humanitas...mi piacevano gli ospedali, nel senso, mi piaceva il fatto che curavano le persone malate..ma quel giorno non mi piacque più; vedere tutte quelle persone vecchie, sui lettini, con tutti quei fili che li tengono in vita, con i parenti attorno con i visi tristi...la cosa era davvero davvero triste...
Dissi a mia zia che non avrei mai avuto il coraggio di lavorare in un ospedale.
Facemmo la fila per andare in una stanza dove mi avrebbero chiesto i dati personali e ciò che era successo.
Davanti a noi una donna in carrozzella con suo marito in piedi accanto a lei. Aveva il piede sollevato. Anche lei probabilmente si era fatta male al piede.
Tocca a noi dopo 40 minuti di coda. Entriamo. Mia zia ha la caratteristica di essere una comica nata. Scherzammo con la ragazza e il ragazzo che chiesero i miei dati. Nome, cognome, data di nascita, luogo di nascita, dove vivi eccetera eccetera. Mi mettono un braccialetto con un codice sopra.
TRIAGE
Priorità: codice verde
Ambulatorio: traumatologia
Causa: trauma accidentale
Motivo accesso: giunge per trauma piede sinistro da ieri (gli dissi che mi ero fatta male domenica perchè mia zia mi disse che se gli avessi detto che era giovedi mi avrebbero mandata a cagare in un certo senso...) nega patologie, allergie e gravidanze
VISITA
Aspettiamo in sala d'attesa per tipo un ora. Vedo che chiamano la donna in carrozzella che era prima do noi. Presto sarebbe toccato a me. Tocca a me, io e mia zia entriamo nella stanza. Dottoressa e Dottore. Il dottore molto sexy...davvero. Mi fece le stesse domande che mi avevano già fatto e poi mi disse di togliermi le scarpe le calze e anche i pantaloni. Per lui sarei rimasta molto volentieri in mutande. Queste cose non capitano spesso. Mia zia suggerì di alzare solo il pantalone -__-'' va bhe...
Il dottore sexy inizia a toccarmi il piede ed analizzarlo come se fosse un reperto storico. Il dottore sexy diventa anche strano. Tocca qui e tocca là alla fine stampa i risultati.
Dati anamnestici: trauma distorsivo piede sinistro ieri
Esame obbiettivo: dolore alla palpazione in regione PAA e medio piede con zoppia di fuga e lieve limitazione antalgica funzionale. No deficit VNP. Detto in parole povere? Distorsione al piede. Perchè devono essere così complicati...
Il dottore sexy e strano dice che per fare la lastra devo avere il permesso di uno dei miei genitori...ci fa accomodare fuori e dice che ci saremmo rivisti dopo...non vedevo l'ora.
Chiamo mio padre e gli dico che deve venire all'Humanitas eccetera eccetera. Dpo un 40 minuti arriva e io mia zia e lui aspettiamo per la lastra.
Dopo tipo mezz'ora un altro dottore abbastanza sexy mi chiama in una stanza. Mi fa togliere scarpe calza e alzare il pantalone e mi fa sdraiare su un lettino di ferro. Mi fa mettere in diverse posizioni per le lastre e infine mi dice che avrei dovuto aspettare in sala attesa fino a che l'altro dottore (quello sexy) non mi avesse chiamata. Aspettammo ancora 40 minuti fino a che il dottore sexy chiama. Entriamo tutti e tre dentro. La dottoressa mi fa togliere scarpe calze e anche i pantaloni evviva! Sembro una pervertita lo so...ma dottori sexy non capitano sempre, e a dottori sexy non capitano sempre pazienti sexy...La dottoressa inizia a fasciarmi la gamba mentre il dottore spiega a mio padre e mia zia cosa avrei dovuto fare eccetera eccetera...
Con il gambone che mi ritrovavo era quasi impossibile infilarmi i jeans; la dottoressa mi disse che se non riuscivo avrebbe dovuto tagliarli...Lei non si azzarda a toccare i miei jeans e questa gamba entra subito nei pantaloni. Feci entrare la gamba. Volere è potere cara dottoressa...Salutammo il dottore sesy e la dottoressa.
DIMISSIONE:
Terapia consigliata: si confeziona bendaggio adesivo da rimuovere a casa fra 5 gg, ghiaccio 20' 4 volte al dì per 5 gg, arto in scarico, riposo, deambulazione con due bastoni e carico progressivo per 5 gg poi abbandono dei bastoni (che si chiamano stampelle in lingua italiana), OKI una bustina al dì per 3 gg poi al bisogno se dolore.
Diagnosi: distorsione post traumatica medio piede e TT sinistra
Ci danno miliardi di fogli che io leggo e adesso scusate un attimo, ma o sono io che sono scema, oppure sono loro che a stare in ospedale sono diventati più malati dei pazienti...Su uno di questi fogli c'è scritto quello che ho appena detto, su un'altro invece c'è scritto:
. codice bianco (non era mica verde?)
. frattura (non era mica distorsione?)
. non si apprezzano rime di frattura (ma non era appena diventato una frattura?)
Fatto sta che sono a casa ragazzi, sdraiata sul mio letto, senza fare niente, con la mia family al mio servizio, la scuola il più lontano possibile da me...l'unica cosa brutta è che mi si sta congelando un piede, le stampelle fanno schifo e non riesco ad usarle, per andare in bagno ci metto una vita e la cucina è troppo lontana...
Ma va bene così, nulla è sempre tutto bello...ci sono sempre aspetti negativi...ehhh già...
Detto questo, spero che voi ve la stiate spassando ragazzi, credetemi, stare sdraiati su un letto senza potersi muovere non è una bella sensazione, e credo che le persone anziane in ospedale lo sappiano fin meglio di me...godetevi la vita, muovetevi, perchè questa è una grande libertà, quella di poter camminare e andare avanti...
Un bacione
Desiree Fugazzola
domenica 29 settembre 2013
La storia della crostata alle more
Ciao a tutti i miei lettori e...bentornati:)
Sono stata occupata per un po' di giorni e sfortunatamente non ho avuto tempo di scrivere:( cosa che mi è dispiaciuta molto:(
Ma oggi torno, e torno con una ricetta.
Prima però vi racconto la storia di questa crostata alle more.
A scuola, nella mia classe, ho fatto amicizia con una nuova ragazza:) Siccome lei mi mantiene in vita durante le lezioni a forza di caramelle stramegabuonissime, le ho promesso in cambio che le avrei fatto una crostata:)
Ieri l'ho portata a scuola...metà però xD l'altra l'ho tenuta per me e la mia family xD
Le è piaciuta un sacco, anzi...è piaciuta a tutti xD
In teoria era solo per lei ma...i miei compagni si trasformano in cani da tartufo in questi casi..e ovviamente hanno fiutato l'odore della mia stramegabuonissima crostata alle more xD
Fatto sta che un mio compagno di classe, dopo avermi fatto i complimenti, mi ha chiesto se gli avrei fatto una crostata alla Nutella con la Nutella che mi avrebbe portato lui lunedì...gli dissi di si:) quindi lunedì pomeriggio mi ritroverò ancora in cucina, questa volta per fare una crostata alla Nutella.
Non è finita...siccome avevamo la professoressa di inglese, che avrebbe probabilmente interrogato, i miei compagni mi dissero di offrirle una fetta di torta per addolcirla un po' xD cosi feci, ma lei non la accettò...non sa cosa si è persa xD comunque non interrogò.
La marmellata ha una sua storia...
Quest'estate sono andata con mio padre, mio fratello e mia sorella in montagna in Trentino Alto Adige e abbiamo alloggiato in una villetta molto carina. La proprietaria della villetta ci ha fatto trovare su un tavolo un barattolo di marmellata di more fatto in casa...da brava cuoca decisi che un giorno a Milano ci avrei fatto una torta e cosi fu.
La ricetta è comunque segreta...non posso dare ingredienti e tutto il resto...e poi non vi verrebbe mai come la mia xD senza offesa xD ma io credo che l'ingrediente più segreto, ciò che fa la differenza fra una torta e l'altra, siano le mani...per ogni tipo di mano, un tipo di impasto, un tipo di torta e un tipo di risultato..
Spero che comunque vi sia piaciuta questa piccola storiella;)
Qua sotto le immagini della favolosissima crostata alle more..
Sono stata occupata per un po' di giorni e sfortunatamente non ho avuto tempo di scrivere:( cosa che mi è dispiaciuta molto:(
Ma oggi torno, e torno con una ricetta.
Prima però vi racconto la storia di questa crostata alle more.
A scuola, nella mia classe, ho fatto amicizia con una nuova ragazza:) Siccome lei mi mantiene in vita durante le lezioni a forza di caramelle stramegabuonissime, le ho promesso in cambio che le avrei fatto una crostata:)
Ieri l'ho portata a scuola...metà però xD l'altra l'ho tenuta per me e la mia family xD
Le è piaciuta un sacco, anzi...è piaciuta a tutti xD
In teoria era solo per lei ma...i miei compagni si trasformano in cani da tartufo in questi casi..e ovviamente hanno fiutato l'odore della mia stramegabuonissima crostata alle more xD
Fatto sta che un mio compagno di classe, dopo avermi fatto i complimenti, mi ha chiesto se gli avrei fatto una crostata alla Nutella con la Nutella che mi avrebbe portato lui lunedì...gli dissi di si:) quindi lunedì pomeriggio mi ritroverò ancora in cucina, questa volta per fare una crostata alla Nutella.
Non è finita...siccome avevamo la professoressa di inglese, che avrebbe probabilmente interrogato, i miei compagni mi dissero di offrirle una fetta di torta per addolcirla un po' xD cosi feci, ma lei non la accettò...non sa cosa si è persa xD comunque non interrogò.
La marmellata ha una sua storia...
Quest'estate sono andata con mio padre, mio fratello e mia sorella in montagna in Trentino Alto Adige e abbiamo alloggiato in una villetta molto carina. La proprietaria della villetta ci ha fatto trovare su un tavolo un barattolo di marmellata di more fatto in casa...da brava cuoca decisi che un giorno a Milano ci avrei fatto una torta e cosi fu.
La ricetta è comunque segreta...non posso dare ingredienti e tutto il resto...e poi non vi verrebbe mai come la mia xD senza offesa xD ma io credo che l'ingrediente più segreto, ciò che fa la differenza fra una torta e l'altra, siano le mani...per ogni tipo di mano, un tipo di impasto, un tipo di torta e un tipo di risultato..
Spero che comunque vi sia piaciuta questa piccola storiella;)
Qua sotto le immagini della favolosissima crostata alle more..
giovedì 19 settembre 2013
Intercultura
Ciao a tutti! Si, sono le 5 del mattino e no non sono stanca e si sono già bella sveglia e no non sono pazza xD
Sono una ragazza mattiniera e non mi fa impazzire dormire...
Comunque non è di questo che volevo scrivere adesso. Volevo parlarvi di Intercultura e del mio progetto.
Vivo in Italia ma vorrei vivere negli Stati Uniti.
Parlo Italiano ma vorrei parlare Inglese.
Sono Italiana ma mi sento Americana.
Allora mi chiedo, cosa ci faccio ancora qui?
Così scoprì intercultura. E' un associazione che permette a studenti tra i 15 e i 18 anni di passare un periodo di tempo all'estero in una casa famiglia. Il link al sito ufficiale lo travate infondo alla pagina:)
Ho deciso di parteciparvi così pochissimi giorni fa mi ci sono iscritta con mia madre ovviamente. La mia iscrizione è stata accettata ed ora aspetto un email che mi dica le date delle prime selezioni.
Sono eccitatissimissima! Capite? Ho la possibilità di andare in un altro paese, lontano da qui, lontano da tutto e da tutti, lasciandomi alle spalle tutti i miei problemi e iniziare una nuova vita anche se solo per un anno; ho la possibilità di vivere come una teenager americana, di sentirmi una americana!
Credo che tutto ciò sia fantastico per tutti i ragazzi e le ragazze che sentono il bisogno di lasciare il proprio paese e la propria cultura per scoprirne delle altre.
Sul sito potete trovare tutte le informazioni e tutto il necessario per capire che associazione è Intercultura.
Le iscrizioni per l'anno 2014/2015 sono aperte fino a Novembre. Se siete interessati, siete ancora in tempo!
www.intercultura.it
Desiree Fugazzola
Sono una ragazza mattiniera e non mi fa impazzire dormire...
Comunque non è di questo che volevo scrivere adesso. Volevo parlarvi di Intercultura e del mio progetto.
Vivo in Italia ma vorrei vivere negli Stati Uniti.
Parlo Italiano ma vorrei parlare Inglese.
Sono Italiana ma mi sento Americana.
Allora mi chiedo, cosa ci faccio ancora qui?
Così scoprì intercultura. E' un associazione che permette a studenti tra i 15 e i 18 anni di passare un periodo di tempo all'estero in una casa famiglia. Il link al sito ufficiale lo travate infondo alla pagina:)
Ho deciso di parteciparvi così pochissimi giorni fa mi ci sono iscritta con mia madre ovviamente. La mia iscrizione è stata accettata ed ora aspetto un email che mi dica le date delle prime selezioni.
Sono eccitatissimissima! Capite? Ho la possibilità di andare in un altro paese, lontano da qui, lontano da tutto e da tutti, lasciandomi alle spalle tutti i miei problemi e iniziare una nuova vita anche se solo per un anno; ho la possibilità di vivere come una teenager americana, di sentirmi una americana!
Credo che tutto ciò sia fantastico per tutti i ragazzi e le ragazze che sentono il bisogno di lasciare il proprio paese e la propria cultura per scoprirne delle altre.
Sul sito potete trovare tutte le informazioni e tutto il necessario per capire che associazione è Intercultura.
Le iscrizioni per l'anno 2014/2015 sono aperte fino a Novembre. Se siete interessati, siete ancora in tempo!
www.intercultura.it
Desiree Fugazzola
"Aspettando Godot" di Samuel Beckett
Ho trovato il dramma di Samuel Beckett molto interessante poichè mi ha spinto a fare parecchie riflessioni.
Che senso ha la mia vita? Che senso ho io? Che cosa devo fare? Servo a qualcosa?
Sono domande che ci poniamo spesso. Io per prima. Vivo di queste domande, vivo di pensieri, vivo di ragionamenti e riflessioni. Non si può vivere in modo superficiale. Prima o poi tutti si porranno una domanda di questo genere, una domanda per la quale risposta non si può chiedere aiuto ad Internet. Puoi affidarti soltanto a te stesso. Queste sono alcune delle domande che ci portano alla ricerca del nostro "io", a lasciare per un attimo la dimensione reale e a rifugiarci nel nostro tempio dei pensieri, in un luogo tranquillo dove nessuno si possa intromettere, dove il dialogo è tra noi e il nostro "io". Dove il dialogo è privato.
Ad un certo punto del dialogo si arriva a farsi questa domanda: che cosa o chi sto aspettando e quando arriva? E la risposta è: aspetto qualcosa o qualcuno che dia un senso alla mia vita, un senso alla mia esistenza. Quel qualcosa o quel qualcuno che dia una svolta alla nostra vita, che ci pare monotona e la faccia diventare migliore. Per alcuni è Dio, per alcuni la famiglia, per altri gli amici e i fidanzati, per altri ancora il lavoro. Sono molti e differenti i nostri Godot. Ogni persona ha una propria vita, ed ogni vita ha un proprio senso, il quale è un aiuto. L'aiuto di cui abbiamo veramente bisogno. Se avete notato, questo aiuto, molti di noi lo chiedono a persone con le quali non abbiamo rapporti fisici, reali. Ad esempio, io lo chiedo spesso a Dio. Quante volte piango, sfinita, stufa che tutto vada storto. Mi chiudo in bagno e piango, trattenendo il respiro per non farmi sentire, non facendomi scappare neanche un singhiozzo, ma lasciando sfogare il mio cuore e la mia mente; e i miei occhi piangere come non mai. E' un momento intimo in cui io, il mio "io" e Dio siamo stretti stretti, vicini vicini, e parliamo senza usare parole, soltanto attraverso pensieri. Ed è fantastico anche se fa male. E' un dolore atroce ma necessario. Libero mente, cuore e corpo. Gli racconto tutto, gli chiedo tutto, senza paure, senza freni. Sono una cascata di domande che escono dalla mia mente una dopo l'altra, alla velocità della luce e nessuno le può fermare. Ogni volta che ne esce una, fa sempre più male ma mi sento sempre meglio, sempre più leggera. Parto da una cosa che mi è andata storta ed inizio a tartassare la mia testa e Lui. Via! Una dietro l'altra! Senza pietà! Io voglio una risposta, voglio un aiuto, voglio smettere di stare così, voglio ciò che mi renda finalmente realmente contenta. Ma la risposta ancora non arriva. "Dai Desy, continua fare domande, vedrai che ti sentirai meglio, anche se adesso fa male". Ripeto a me stessa.
Ancora non so di preciso chi sia il mio Godot. In realtà, credo di averne più di uno. Perchè l'uomo è insaziabile. L'uomo non si accontenta mai. Vuole una cosa, la ottiene e poi ne vuole un'altra. Ad esempio adesso, in questo esatto momento, il mio Godot è la libertà. Una valore che è in parte un diritto e in parte un privilegio. E quando otterrò questa libertà, sentirò il bisogno di qualcosa d'altro ed ecco che qui spunterà un nuovo Godot.
E se il nostro Godot non dovesse arrivare come appunto accade nel testo di Samuel Beckett?
Non basta desiderare una cosa, bisogna lottare per ottenerla. Se un bambino desidera una caramella ma non fa niente per poterla avere come ad esempio fare il bravo ed obbedire a mamma e papà, non la avrà. Io credo nella dimensione del sogno e credo che sognare sia necessario e bellissimo, ma credo anche che non bisogna starsene ad aspettare con le mani in mano a girarsi i pollici come i due mendicanti del dramma; credo sia necessario rimboccarsi le maniche, darsi da fare e lottare per ciò che stiamo aspettando.
Desiree Fugazzola
Che senso ha la mia vita? Che senso ho io? Che cosa devo fare? Servo a qualcosa?
Sono domande che ci poniamo spesso. Io per prima. Vivo di queste domande, vivo di pensieri, vivo di ragionamenti e riflessioni. Non si può vivere in modo superficiale. Prima o poi tutti si porranno una domanda di questo genere, una domanda per la quale risposta non si può chiedere aiuto ad Internet. Puoi affidarti soltanto a te stesso. Queste sono alcune delle domande che ci portano alla ricerca del nostro "io", a lasciare per un attimo la dimensione reale e a rifugiarci nel nostro tempio dei pensieri, in un luogo tranquillo dove nessuno si possa intromettere, dove il dialogo è tra noi e il nostro "io". Dove il dialogo è privato.
Ad un certo punto del dialogo si arriva a farsi questa domanda: che cosa o chi sto aspettando e quando arriva? E la risposta è: aspetto qualcosa o qualcuno che dia un senso alla mia vita, un senso alla mia esistenza. Quel qualcosa o quel qualcuno che dia una svolta alla nostra vita, che ci pare monotona e la faccia diventare migliore. Per alcuni è Dio, per alcuni la famiglia, per altri gli amici e i fidanzati, per altri ancora il lavoro. Sono molti e differenti i nostri Godot. Ogni persona ha una propria vita, ed ogni vita ha un proprio senso, il quale è un aiuto. L'aiuto di cui abbiamo veramente bisogno. Se avete notato, questo aiuto, molti di noi lo chiedono a persone con le quali non abbiamo rapporti fisici, reali. Ad esempio, io lo chiedo spesso a Dio. Quante volte piango, sfinita, stufa che tutto vada storto. Mi chiudo in bagno e piango, trattenendo il respiro per non farmi sentire, non facendomi scappare neanche un singhiozzo, ma lasciando sfogare il mio cuore e la mia mente; e i miei occhi piangere come non mai. E' un momento intimo in cui io, il mio "io" e Dio siamo stretti stretti, vicini vicini, e parliamo senza usare parole, soltanto attraverso pensieri. Ed è fantastico anche se fa male. E' un dolore atroce ma necessario. Libero mente, cuore e corpo. Gli racconto tutto, gli chiedo tutto, senza paure, senza freni. Sono una cascata di domande che escono dalla mia mente una dopo l'altra, alla velocità della luce e nessuno le può fermare. Ogni volta che ne esce una, fa sempre più male ma mi sento sempre meglio, sempre più leggera. Parto da una cosa che mi è andata storta ed inizio a tartassare la mia testa e Lui. Via! Una dietro l'altra! Senza pietà! Io voglio una risposta, voglio un aiuto, voglio smettere di stare così, voglio ciò che mi renda finalmente realmente contenta. Ma la risposta ancora non arriva. "Dai Desy, continua fare domande, vedrai che ti sentirai meglio, anche se adesso fa male". Ripeto a me stessa.
Ancora non so di preciso chi sia il mio Godot. In realtà, credo di averne più di uno. Perchè l'uomo è insaziabile. L'uomo non si accontenta mai. Vuole una cosa, la ottiene e poi ne vuole un'altra. Ad esempio adesso, in questo esatto momento, il mio Godot è la libertà. Una valore che è in parte un diritto e in parte un privilegio. E quando otterrò questa libertà, sentirò il bisogno di qualcosa d'altro ed ecco che qui spunterà un nuovo Godot.
E se il nostro Godot non dovesse arrivare come appunto accade nel testo di Samuel Beckett?
Non basta desiderare una cosa, bisogna lottare per ottenerla. Se un bambino desidera una caramella ma non fa niente per poterla avere come ad esempio fare il bravo ed obbedire a mamma e papà, non la avrà. Io credo nella dimensione del sogno e credo che sognare sia necessario e bellissimo, ma credo anche che non bisogna starsene ad aspettare con le mani in mano a girarsi i pollici come i due mendicanti del dramma; credo sia necessario rimboccarsi le maniche, darsi da fare e lottare per ciò che stiamo aspettando.
Desiree Fugazzola
La libertà
Al solo udire la parola libertà, si accende in me una lampadina, anzi se ne accendono infinite, ognuna con un idea di cosa questa parola sta a significare.
Quando penso a libertà, penso al futuro prima di tutto. Penso ai miei progetti per il futuro. Sarò libera di realizzarli? Sarò libera di viaggiare per il mondo con in mano soltanto un bagaglio chiamato avventura?
E' questo che vorrei, anzi voglio. Voglio poter essere libera di realizzare i miei sogni.
Ma se non fossi libera di sognare? :O
Se i miei sogni fossero controllati da qualcuno capace di farlo?
Senza i sogni secondo me, non saremmo nulla. Senza sogni non avremmo desideri. Senza sogni non aspireremmo a niente. Senza sogni saremmo monotoni. Sono proprio loro secondo me a caratterizzare, definire, descrivere ognuno di noi, o i nostri pensieri più profondi. Ma se ci togliessero la libertà di sognare ci proibirebbero di essere noi stessi. Senza libertà di essere noi stessi, saremmo falsi, inanimati, insensati.
La libertà di scegliere è importante. Come sarebbe se qualcuno decidesse al posto nostro? Come sarebbe se qualcuno ci togliesse la libertà di dire ciò che vogliamo? di fare ciò che noi riteniamo giusto? di vivere? di sperimentare? Come sarebbe se noi non potessimo replicare? ribellarci? Come sarebbe se non avessimo la libertà di parola?
Io penso che sarebbe come stare in prigione. Ci sentiremmo in catene, controllati, manipolati. Come oggetti. Senza personalità. Senza identità. Tutti uguali.
La libertà che io desidero più di tutte è la libertà di viaggiare, senza meta, senza progetti. Capite? La libertà di andare dove cavolo voglio, senza legarmi a niente, a nessuno! Solo scappare e vivere senza ansie, angosce. Vivere di soli sogni, passioni, decisioni prese al momento.
Quando sono arrabbiata per esempio, desidero di andare lontano lontano. Desidero poter volare e liberare la mente da tutto ciò che è negativo. Può essere un viaggio immaginario oppure un viaggio reale.
L'importante è che mi permetta di sognare, che mi conduca al mondo dei sogni, perchè è l'unico posto dove io possa essere me stessa senza essere giudicata o controllata.
La libertà di essere felice. Alla fine, tutte le libertà che noi vorremmo, le vorremmo soltanto perchè ci renderebbero felici.
Quando penso a libertà, penso al futuro prima di tutto. Penso ai miei progetti per il futuro. Sarò libera di realizzarli? Sarò libera di viaggiare per il mondo con in mano soltanto un bagaglio chiamato avventura?
E' questo che vorrei, anzi voglio. Voglio poter essere libera di realizzare i miei sogni.
Ma se non fossi libera di sognare? :O
Se i miei sogni fossero controllati da qualcuno capace di farlo?
Senza i sogni secondo me, non saremmo nulla. Senza sogni non avremmo desideri. Senza sogni non aspireremmo a niente. Senza sogni saremmo monotoni. Sono proprio loro secondo me a caratterizzare, definire, descrivere ognuno di noi, o i nostri pensieri più profondi. Ma se ci togliessero la libertà di sognare ci proibirebbero di essere noi stessi. Senza libertà di essere noi stessi, saremmo falsi, inanimati, insensati.
La libertà di scegliere è importante. Come sarebbe se qualcuno decidesse al posto nostro? Come sarebbe se qualcuno ci togliesse la libertà di dire ciò che vogliamo? di fare ciò che noi riteniamo giusto? di vivere? di sperimentare? Come sarebbe se noi non potessimo replicare? ribellarci? Come sarebbe se non avessimo la libertà di parola?
Io penso che sarebbe come stare in prigione. Ci sentiremmo in catene, controllati, manipolati. Come oggetti. Senza personalità. Senza identità. Tutti uguali.
La libertà che io desidero più di tutte è la libertà di viaggiare, senza meta, senza progetti. Capite? La libertà di andare dove cavolo voglio, senza legarmi a niente, a nessuno! Solo scappare e vivere senza ansie, angosce. Vivere di soli sogni, passioni, decisioni prese al momento.
Quando sono arrabbiata per esempio, desidero di andare lontano lontano. Desidero poter volare e liberare la mente da tutto ciò che è negativo. Può essere un viaggio immaginario oppure un viaggio reale.
L'importante è che mi permetta di sognare, che mi conduca al mondo dei sogni, perchè è l'unico posto dove io possa essere me stessa senza essere giudicata o controllata.
La libertà di essere felice. Alla fine, tutte le libertà che noi vorremmo, le vorremmo soltanto perchè ci renderebbero felici.
La manipolazione
Se manipolo? Certo che si.
Se sono manipolata? Credo di si, ma non m ne accorgo.
Solitamente sono la manipolatrice e non la manipolata.
Se manipolare le persone diventasse un lavoro...diciamo che sarei...miliardaria xD
Manipolare è nella mia natura, è in quella di tutti.
I bambini sono manipolatori.
"Mamma mamma posso un cioccolatino?"
"No, ne hai già mangiati 2"
"Ancora uno e poi basta"
"Mmmm, questo è l'ultimo ok?"
"Si si, promesso".
E' così ovvio che questo "promesso" significhi in realtà "Ti pare? Dopo ne vorrò ovviamente un altro" xD.
E noi lo sappiamo. Allora cosa ci spinge a dire di si? Ad afferrare quel cioccolatino e posarlo sulla mano del bambino?. La tenerezza, la dolcezza, l'ingenuità del manipolatore. E tu ti sciogli, ti intenerisci, diventi dolce, ingenuo e ci caschi. La manipolazione è una trappola.
Quante volte hai avuto da studiare ma sei uscito con gli amici?
Ho scoperto che la manipolazione ha effetto soltanto se la persona sulla quale vuoi praticarla non è impegnata in qualcosa che lei considera più interessante, importante.
Ci interessa fare i compiti? Magari si, ma è molto più divertente uscire con gli amici. Ma se al posto dei compiti ci fosse stato il tuo programma preferito in tv del quale non puoi perderti neanche una puntata? In questo caso saresti andato con gli amici? Probabilmente no, e la manipolazione non avrebbe funzionato. Da questo traggo che un fenomeno che ci induce ad essere manipolati è la noia.
Manipolo spesso i miei fratelli.
"Dai guardiamo un film horror"
"No Desy...lo sai che poi noi non dormiamo"
"Ma no tranquilli. Questo l'ha visto pure il fratello di una mia amica che ha 4 anni..."
"Ah bhe, allora va bene".
Bugia. Quella notte non dormirono xD.
Per manipolare qualcuno è necessario e oserei dire indispensabile mentire. Le bugie sono alla base della manipolazione.
Si dice: "Le bugie hanno le gambe corte"; e io aggiungo: "ma lunghe abbastanza per trarre in inganno la vittima".
Desiree Fugazzola
Se sono manipolata? Credo di si, ma non m ne accorgo.
Solitamente sono la manipolatrice e non la manipolata.
Se manipolare le persone diventasse un lavoro...diciamo che sarei...miliardaria xD
Manipolare è nella mia natura, è in quella di tutti.
I bambini sono manipolatori.
"Mamma mamma posso un cioccolatino?"
"No, ne hai già mangiati 2"
"Ancora uno e poi basta"
"Mmmm, questo è l'ultimo ok?"
"Si si, promesso".
E' così ovvio che questo "promesso" significhi in realtà "Ti pare? Dopo ne vorrò ovviamente un altro" xD.
E noi lo sappiamo. Allora cosa ci spinge a dire di si? Ad afferrare quel cioccolatino e posarlo sulla mano del bambino?. La tenerezza, la dolcezza, l'ingenuità del manipolatore. E tu ti sciogli, ti intenerisci, diventi dolce, ingenuo e ci caschi. La manipolazione è una trappola.
Quante volte hai avuto da studiare ma sei uscito con gli amici?
Ho scoperto che la manipolazione ha effetto soltanto se la persona sulla quale vuoi praticarla non è impegnata in qualcosa che lei considera più interessante, importante.
Ci interessa fare i compiti? Magari si, ma è molto più divertente uscire con gli amici. Ma se al posto dei compiti ci fosse stato il tuo programma preferito in tv del quale non puoi perderti neanche una puntata? In questo caso saresti andato con gli amici? Probabilmente no, e la manipolazione non avrebbe funzionato. Da questo traggo che un fenomeno che ci induce ad essere manipolati è la noia.
Manipolo spesso i miei fratelli.
"Dai guardiamo un film horror"
"No Desy...lo sai che poi noi non dormiamo"
"Ma no tranquilli. Questo l'ha visto pure il fratello di una mia amica che ha 4 anni..."
"Ah bhe, allora va bene".
Bugia. Quella notte non dormirono xD.
Per manipolare qualcuno è necessario e oserei dire indispensabile mentire. Le bugie sono alla base della manipolazione.
Si dice: "Le bugie hanno le gambe corte"; e io aggiungo: "ma lunghe abbastanza per trarre in inganno la vittima".
Desiree Fugazzola
lunedì 16 settembre 2013
Commento sul film "Dracula di Bram Stoker"
Titolo del film: Dracula di Bram Stoker (Bram Stocker's Dracula)
Data di pubblicazione: 1992
Scritto e diretto da: Francis Ford Coppola
Tratto dal romanzo: Dracula dello scrittore irlandese Bram Stocker
Il silenzio, il vuoto, il nulla, la vita e la morte, l'amore e l'odio, gli amici e i nemici, i parenti e gli estranei, l'uomo e la natura. Cos'è che temiamo?
L'indefinito. Esse descrive tutto ciò che non conosciamo, ed è proprio quello che non conosciamo che ci fa paura. Perchè ci poniamo domande alle quali non sappiamo rispondere, perchè vediamo cose che non avremmo mai pensato di poter vedere, perchè troviamo qualcosa che non possiamo definire con un nome, una parola o una figura, ma che incredibilmente, ci fa sentire piccoli e spaventati. E' quella cosa che ci esplode dentro. Il solo sapere che è lei ci impaurisce, ci opprime, ci toglie il respiro e ci lascia con questo senso di ignoranza che ci fa paura, perchè noi vogliamo sapere; perchè noi vogliamo definire l'indefinito.
La paura dei vampiri è un classico esempio. Esistono o no? Se si, sono cattivi o buoni? Vivono o sono morti che camminano? Sono uomini o animali?
E' anche vero che ciò che non conosciamo ci incuriosisce, istigando in noi la voglia di voler sapere, il voler conoscere, il voler provare. Il Dr. Jack Seward, è il personaggio del film che più mostra la sua paura e allo stesso tempo il suo interesse per il mostro, il morto che vive, l'animale umano, l'assetato di sangue, il vampiro. Lui che tutto sa e che conosce la scienza nei minimi dettagli, non lo riesce a definire ed ha paura di lui, ha paura che gli faccia del male, ma la cosa che teme di più è il non poterlo nominare.
Lo adora perchè è diverso.
Lo odia perchè non lo capisce.
Si nasconde da lui perchè lo teme.
Si mostra a lui perchè lo vuole.
Vuole sapere perchè morde, vuole sapere come fa a vivere anche dopo la morte, vuole spiegazioni, vuole analizzarlo. Nel film, dimostra di essere appassionato e attratto da Dracula, attratto dal suo essere diverso e unico nel suo genere. Attratto anche dalle sue vittime.
In una scena della pellicola, il Dottore chiede a Mina di poter prendere alcune parti del corpo dell'amica Lucy, diventata vampiro, per poterle esaminare. Vive tutto questo come una specie di avventura e lui stesso, come qualsiasi altro professore, dottore o scienziato, vuole scoprire ciò che nessuno ha mai scoperto prima. Lo insegue, lo cerca perchè lo vule distruggere, vuole sconfiggere la sua paura e la affronta con coraggio quando gli mostra la croce di Gesù. Perchè quando vuoi qualcosa e la vuoi davvero, niente può fermarti, nemmeno la paura stessa.
Solo una volta durante il film. il Dottore definisce l'indefinito.
Chiama Dracula, e lo chiama Vampiro.
Era così grande il terrore verso quell'essere che il solo pronunciare il suo nome diventava un pericolo, un rischio, un rischio che chi voleva sapere doveva correre.
Il Dottore è, secondo me, l'esempio perfetto di chi ha così tanta paura di ciò che lo spaventa, che ne è allo stesso tempo affascinato. Vedo il Dottore anche come un eroe, un eroe per caso, un eroe del popolo; poichè le persone diventano eroi sconfiggendo ciò che ha tutti causa un pericolo e fa paura.
L'avere paura non significa non affrontare; questo è ciò che il Dottore vuole dimostrare e riesce a dimostrare.
Interessante in questo film, è l'uso delle ombre. L'ombra viene usato come specchio dell'anima, come specchio dei sentimenti. Questo gioco d'ombre viene principalmente usato nelle scene in cui compare Dracula. La prima volta che l'ho notato è stato nella scena in cui Dracula offre la cena a Jonathan Harker, nel suo castello, e quando allunga le braccia verso di lui come per invitarlo a mangiare, sul muro compare l'ombra di Dracula che allunga le braccia e unisce le mani attorno al collo dell'ospite come per strozzarlo. E' come una doppia personalità, in cui l'ombra gioca il ruolo della verità nascosta.
Non mancano nel film scene erotiche che a parer mio potevano essere evitate. Non gradisco molto i film con questo tipo di scene principalmente perchè mi da fastidio guardare con genitori o professori (ho visto questo film in classe) scene di questo tipo, poichè secondo me mettono un po' in imbarazzo.
Ma ai tempi d'oggi e a quanto pare anche a quei tempi, è difficile trovare un film che non abbia questo tipo di scene xD
Fatto stà che considero il film un'opera d'arte e consiglio pienamente di vederlo poichè interessante e indice di riflessione.
Desirèe Fugazzola
Data di pubblicazione: 1992
Scritto e diretto da: Francis Ford Coppola
Tratto dal romanzo: Dracula dello scrittore irlandese Bram Stocker
Il silenzio, il vuoto, il nulla, la vita e la morte, l'amore e l'odio, gli amici e i nemici, i parenti e gli estranei, l'uomo e la natura. Cos'è che temiamo?
L'indefinito. Esse descrive tutto ciò che non conosciamo, ed è proprio quello che non conosciamo che ci fa paura. Perchè ci poniamo domande alle quali non sappiamo rispondere, perchè vediamo cose che non avremmo mai pensato di poter vedere, perchè troviamo qualcosa che non possiamo definire con un nome, una parola o una figura, ma che incredibilmente, ci fa sentire piccoli e spaventati. E' quella cosa che ci esplode dentro. Il solo sapere che è lei ci impaurisce, ci opprime, ci toglie il respiro e ci lascia con questo senso di ignoranza che ci fa paura, perchè noi vogliamo sapere; perchè noi vogliamo definire l'indefinito.
La paura dei vampiri è un classico esempio. Esistono o no? Se si, sono cattivi o buoni? Vivono o sono morti che camminano? Sono uomini o animali?
E' anche vero che ciò che non conosciamo ci incuriosisce, istigando in noi la voglia di voler sapere, il voler conoscere, il voler provare. Il Dr. Jack Seward, è il personaggio del film che più mostra la sua paura e allo stesso tempo il suo interesse per il mostro, il morto che vive, l'animale umano, l'assetato di sangue, il vampiro. Lui che tutto sa e che conosce la scienza nei minimi dettagli, non lo riesce a definire ed ha paura di lui, ha paura che gli faccia del male, ma la cosa che teme di più è il non poterlo nominare.
Lo adora perchè è diverso.
Lo odia perchè non lo capisce.
Si nasconde da lui perchè lo teme.
Si mostra a lui perchè lo vuole.
Vuole sapere perchè morde, vuole sapere come fa a vivere anche dopo la morte, vuole spiegazioni, vuole analizzarlo. Nel film, dimostra di essere appassionato e attratto da Dracula, attratto dal suo essere diverso e unico nel suo genere. Attratto anche dalle sue vittime.
In una scena della pellicola, il Dottore chiede a Mina di poter prendere alcune parti del corpo dell'amica Lucy, diventata vampiro, per poterle esaminare. Vive tutto questo come una specie di avventura e lui stesso, come qualsiasi altro professore, dottore o scienziato, vuole scoprire ciò che nessuno ha mai scoperto prima. Lo insegue, lo cerca perchè lo vule distruggere, vuole sconfiggere la sua paura e la affronta con coraggio quando gli mostra la croce di Gesù. Perchè quando vuoi qualcosa e la vuoi davvero, niente può fermarti, nemmeno la paura stessa.
Solo una volta durante il film. il Dottore definisce l'indefinito.
Chiama Dracula, e lo chiama Vampiro.
Era così grande il terrore verso quell'essere che il solo pronunciare il suo nome diventava un pericolo, un rischio, un rischio che chi voleva sapere doveva correre.
Il Dottore è, secondo me, l'esempio perfetto di chi ha così tanta paura di ciò che lo spaventa, che ne è allo stesso tempo affascinato. Vedo il Dottore anche come un eroe, un eroe per caso, un eroe del popolo; poichè le persone diventano eroi sconfiggendo ciò che ha tutti causa un pericolo e fa paura.
L'avere paura non significa non affrontare; questo è ciò che il Dottore vuole dimostrare e riesce a dimostrare.
Interessante in questo film, è l'uso delle ombre. L'ombra viene usato come specchio dell'anima, come specchio dei sentimenti. Questo gioco d'ombre viene principalmente usato nelle scene in cui compare Dracula. La prima volta che l'ho notato è stato nella scena in cui Dracula offre la cena a Jonathan Harker, nel suo castello, e quando allunga le braccia verso di lui come per invitarlo a mangiare, sul muro compare l'ombra di Dracula che allunga le braccia e unisce le mani attorno al collo dell'ospite come per strozzarlo. E' come una doppia personalità, in cui l'ombra gioca il ruolo della verità nascosta.
Non mancano nel film scene erotiche che a parer mio potevano essere evitate. Non gradisco molto i film con questo tipo di scene principalmente perchè mi da fastidio guardare con genitori o professori (ho visto questo film in classe) scene di questo tipo, poichè secondo me mettono un po' in imbarazzo.
Ma ai tempi d'oggi e a quanto pare anche a quei tempi, è difficile trovare un film che non abbia questo tipo di scene xD
Fatto stà che considero il film un'opera d'arte e consiglio pienamente di vederlo poichè interessante e indice di riflessione.
Desirèe Fugazzola
sabato 14 settembre 2013
Commento personale sul romanzo "Siddharta"
Ciò che questo fantastico testo mi ha trasmesso, non è solo un insegnamento morale, ma una lezione di vita su come giudicare per essere giudicati, su come cercare la conoscenza, su come ascoltare, su come parlare, su come anche il più giovane degli uomini si possa ritrovare nel peccato.
Questo romanzo mi ha insegnato che non bisogna seguire nessuna dottrina o strada, ma affrontare per scoprire se stessi, perchè è solo nella ricerca di se stessi che si impara ad apprezzare tutto ciò che ci circonda.
Il viaggio in qui Siddharta mi ha trascinato, lentamente, mi ha insegnato che è vivendo che si impara, che volere fortemente è già una mezza conquista, che il vero potere non si trova nell'odio ma nella verità.
"Forse è questo ciò che impedisce di trovare la pace: le troppe parole".
Sono d'accordo col pensiero di Siddharta, perchè quando sto in silenzio, da sola con i miei pensieri, di cui tutti ignorano l'esistenza, riesco a sentire dentro di me un senso di pace, anzi la pace, la calma e la tranquillità.
Siddharta mi ha insegnato che bisogna vivere interamente la propria vita, commettendo errori ed imparando da essi, viaggiando e senza mai fermarsi presso alcun maestro, senza mai considerare definitiva alcuna acquisizione, perchè ciò che va cercato è il tutto; il tutto che si veste di mille esperienze.
Questo romanzo mi ha insegnato che non bisogna seguire nessuna dottrina o strada, ma affrontare per scoprire se stessi, perchè è solo nella ricerca di se stessi che si impara ad apprezzare tutto ciò che ci circonda.
Il viaggio in qui Siddharta mi ha trascinato, lentamente, mi ha insegnato che è vivendo che si impara, che volere fortemente è già una mezza conquista, che il vero potere non si trova nell'odio ma nella verità.
"Forse è questo ciò che impedisce di trovare la pace: le troppe parole".
Sono d'accordo col pensiero di Siddharta, perchè quando sto in silenzio, da sola con i miei pensieri, di cui tutti ignorano l'esistenza, riesco a sentire dentro di me un senso di pace, anzi la pace, la calma e la tranquillità.
Siddharta mi ha insegnato che bisogna vivere interamente la propria vita, commettendo errori ed imparando da essi, viaggiando e senza mai fermarsi presso alcun maestro, senza mai considerare definitiva alcuna acquisizione, perchè ciò che va cercato è il tutto; il tutto che si veste di mille esperienze.
venerdì 13 settembre 2013
L'amore
Il valore più importante al mondo è l'amore.
L'amore è fondamentale perchè qualsiasi essere vivente sulla Terra sente il bisogno di essere amato e di amare.
E' prezioso come un diamante di cristallo, va protetto e conservato.
E' materiale perchè s manifesta attraverso gesti e azioni.
E' un sentimento al quale non si può porre resistenza, al quale non si comanda, il quale viene dal profondo del cuore.
E' spirituale ed idealista.
E' magico e universale.
Molti poesti importanti ci hanno lasciato poesie al riguardo, considerando l'amore come un valore.
Tra questi ho avuto il piacere di conoscere Cecco Angiolieri, Guido Guinizzelli, Jacques Prevert, Bertolt Brecht e Dante Alighieri. Ognuno di loro con un'opinione diversa ed elaborata.
Cecco Angiolieri descrive l'amore come materiale, come un desiderio che ha bisogno di essere soddisfatto attraverso un oggetto: la donna. Ce lo dice in modo chiaro nella sua poesia; che la donna è solo e soltanto un oggetto che l'uomo può utilizzare per soddisfare il suo desiderio fisico.
Guido Guinizzelli da all'amore l'aggettivo spirituale poichè lui pensa che esso sia personificato dalla donna che lui stesso vede e descrive come un angelo delicato e prezioso, paragonabile al cielo, alle stelle, ai colori e ai fiori più belli e profumati.
Jacques Prevert racconta di un amore idealista ovvero giovane, quello dei giorni d'oggi, quello dei giovani e lo fa, dandoci l'immagine di questi due innamorati che si baciano davanti ad un portone senza vergogna di mostrare ai passanti ciò che provano. Per lui, l'amore è un momento magico, capace di trasportarci in una dimensione irreale.
Secondo Bertolt Brecht, l'amore è un sentimento a cui nessuno può porre resistenza e ce lo fa capire attraverso la sua poesia, formulata come canzone, dove racconta di una donna che attraverso gli insegnamenti della madre cerca di resistere agli uomini e all'amore, ma alla fine si lascia troppo andare presa da quella forte attrazione verso l'uomo che le piaceva.
Dante Alighieri, nel canto quinto della Divina Commedia, racconta dell'amore come peccato cosi grave da condannare gli innamorati a stare l'uno accanto all'altra senza potersi amare. Racconta di un amore fino al tradimento. Di un amore che fa male. Dell'amore come letteratura e dell'amore come dolore.
L'amore, è esattamente tutto ciò che questi poeti descrivono.
Ognuno di noi ha naturalmente le sue opinioni e le sue idee riguardo all'amore e questo anche grazie alle esperienze che ognuno di noi ha vissuto. Tutti siamo stati amati, siamo amati, amiamo e abbiamo amato. Tutti, o quasi, hanno avuto delle belle e brutte esperienze, che ci hanno insegnato molte cose importanti, che ci hanno fatto capire i nostri sbagli e quelli degli altri.
Anche io ho amato, amo, sono stata amata e sono amata.
Ho amato, ed amo tuttora, la mia nonna materna, morta ormai da due anni. Si chiamava Francesca. Era tutto ciò che mi rendeva felice, ciò che mi faceva sorridere, ridere, scherzare, giocare e amare. Era dolce, gentile, simpatica, timida, umile, unica e speciale. Insomma, è come se tutti gli aggettivi buoni presenti nella lingua italiana, fossero stati creati apposta per lei. Era l'amore in persona (l'amore personificato come dice Guinizzelli nella donna). Non riuscivi a farla arrabbiare e non riuscivi ad arrabbiarti con lei. Era proprio impossibile. I suoi occhi azzurri cielo e il suo viso pulito parlavano da soli. La guardavo e pensavo: "Come sarà senza di lei?" e poi mi rispondevo: "Non sarà". Non potevo vivere senza la mia nonnina. Era ed è la persona che più amo al mondo. Sapevo, come ovvio, che un giorno sarebbe arrivata la sua ora. Era malata. Ma io non ci volevo credere. La volevo con me, per sempre. Ma quando morì, non piansi. Non versai neanche una lacrima. Anzi, al suo funerale era venuta anche la mia migliore amica e forse a causa sua, mi scappò una risatina. Mi vergogno così tanto, ma così tanto, che se avessi il coraggio di uccidermi per poter andare in paradiso da lei e chiederle umilmente e con il cuore piangente "scusa", lo farei. Mi feci e mi faccio schifo. Non riuscivo a piangere. Non davanti a tanta gente. Sono sempre stata molto riservata e non mi è mai riuscito piangere in pubblico. Forse perchè considero questo una cosa privata. Una cosa personale.
Era come se per me non fosse accaduto. Come se lei non fosse morta veramente. Io la volevo ancora e non ero pronta a lasciarla andare. Era come se il giorno dopo sarei potuta andare a casa sua ed abbracciarla. Ogni tanto, prima di andare a letto, parlo con lei. In realtà faccio un monologo, ma io so che lei mi sta ascoltando. Piango, e piango, e piango. Mi manca da morire. Mi completava. So che è accanto a me. So che è ancora qui. Ne sono certa. Io l'ho sentita. Stavo dormendo nel mio letto, anzi, stavo cercando di addormentarmi. Ero chiusa in camera mia. Finestre e porte chiuse. Pensavo a mia nonna guardando fuori dalla finestra il cielo stellato e buio quando qualcosa mi sfiorò e mi spostò una ciocca di capelli dagli occhi. Mi girai di scatto e accesi la luce. Ero spaventata. Non vidi niente, nessuno. Feci fatica ad addormentarmi quella sera. Era lei? Era davvero lei? Se non lei, chi altro? Non dimenticherò mai quella notte. Voleva solo dirmi che lei c'era e che non se ne sarebbe mai andata. Con questa esperienza scoprì un altro lato dell'amore: il dolore.
Amo la mia famiglia, nonostante le frequenti litigata. Ma, ammetto che ho preferenze, probabilmente perchè alcuni mi sono stati più vicini nei momenti del bisogno. Adoro ed amo mia madre perchè è forte, coraggiosa, virtuosa, spettacolare, unica, favolosa, spaziale, bella e sempre pronta ad aiutare gli altri. Da e ha dato tutto per me, mio fratello e mia sorella. So che non smetterà mai di prendersi cura di me, e io mai di lei. Non si arrende mai. E' un pilastro, sempre presente e io la rispetto. Non potrei mai fare a meno di lei.
Amo i miei fratellini. Sono probabilmente le altre due persone, oltre mia mamma, di cui mi potrò sempre fidare. Grazie a loro, non sarò mai sola.
Amo mio padre, anche se non lo conosco bene, ma diciamo che lo conosco abbastanza. I miei hanno divorziato quando ero piccola e purtroppo non ho neanche un ricordo di loro insieme o di loro che si baciano. Comunque sia io lo amo e lui mi ama e secondo me, anche mia madre lo ama ancora un po'. Pochino. Perchè l'amore non è facile da cancellare.
Amo i miei nonni perchè sono persone da cui ho appreso e posso apprendere molto ancora.
Ho amato anche dei ragazzi nella mia vita, si. Un ragazzino alle elementari. Ora la considero una cosa da nulla, ma prima mi batteva forte forte il cuore al solo salutarlo o guardarlo negli occhi. Alle medie invece ho amato tre ragazzi che mi hanno amata solo per attrazione fisica. Ed ecco che conobbi l'amore superficiale. L'amore di Cecco Angiolieri. Ormai sono più matura e riesco a vedere più di un semplice bel fisico, più di una semplice persona. Vedo personalità, cuore, pensiero, mente, anima. Vedo qualcosa di più che mi fa battere il cuore ancora più forte di prima. Ho anche avuto relazioni a distanza. Molta distanza. Una telefonata era come se lui fosse qui, un testo era come un bacio, un video era come se lo incontrassi, un messaggio era come se ci toccassimo, con un semplice click vedevo il suo viso e con un altro lo facevo sparire. La sua faccia è migliaia di pixel ed un commento sulla mia pagina web non era abbastanza perchè era come se tutti e due fossimo stati innamorati della tecnologia. Fu una strana esperienza che mi insegnò a fidarmi di molte persone. Queste relazioni le ho avute con ragazzi che mi scrivevano dagli Stati Uniti, dal Canada i quali mi hanno insegnato la loro lingua e la loro cultura.
Ma un ragazzo. Uno in particolare. Il mio ragazzo. Il mio fidanzato attuale. Lui mia ha fatto vedere oltre lo schermo di un computer, oltre le parole scritte, oltre un video o un messaggio. Lui mi ha fatto innamorare di lui. Innamorare della voglia di incontrarlo. Innamorare del desiderio di scappare, prendere un volo e andare da lui. Vive in Norvegia. Si, abbiamo una relazione ha distanza da ormai 5 mesi. La relazione più lunga che io abbia mai avuto. E la gente mi chiede: "Ma come fai ad essere innamorata di lui? Non vi potete neanche toccare!".......C'è qualcosa di più del solo potersi toccare, baciare, del fare all'amore, C'è la voglia, il desiderio, la passione di volersi. Di volersi cosi tanto. Da impazzire. E probabilmente molti di voi non capiranno. Ma...è...inspiegabile quanto amore io provi per lui e lui per me. C'è qualcosa che va oltre il semplice poter stare insieme. Vi assicuro, che io e lui, siamo più uniti di quanto lo siano due fidanzati che stanno nella stessa scuola, due persone che vivono in casa insieme..
Non so più come spiegare alla gente che me lo chiede, che non è da pazzi. Ma se vi piace credere cosi, allora fate pure...sono pazza. E' l'amore che mi ha reso cosi. E' l'amore che provo per lui che mi ha trasformata.
Apprezzo tutti i lati dell'amore e imparo e memorizzo poichè ciò che ho commesso di giusto e sbagliuato mi sarà sempre utile in futuro.
Io credo che l'amore non sia solo un valore, un sentimento ed un momento magico, ma anche l'insegnate. L'insegnante da cui dobbiamo apprendere di più.
Desiree Fugazzola
L'amore è fondamentale perchè qualsiasi essere vivente sulla Terra sente il bisogno di essere amato e di amare.
E' prezioso come un diamante di cristallo, va protetto e conservato.
E' materiale perchè s manifesta attraverso gesti e azioni.
E' un sentimento al quale non si può porre resistenza, al quale non si comanda, il quale viene dal profondo del cuore.
E' spirituale ed idealista.
E' magico e universale.
Molti poesti importanti ci hanno lasciato poesie al riguardo, considerando l'amore come un valore.
Tra questi ho avuto il piacere di conoscere Cecco Angiolieri, Guido Guinizzelli, Jacques Prevert, Bertolt Brecht e Dante Alighieri. Ognuno di loro con un'opinione diversa ed elaborata.
Cecco Angiolieri descrive l'amore come materiale, come un desiderio che ha bisogno di essere soddisfatto attraverso un oggetto: la donna. Ce lo dice in modo chiaro nella sua poesia; che la donna è solo e soltanto un oggetto che l'uomo può utilizzare per soddisfare il suo desiderio fisico.
Guido Guinizzelli da all'amore l'aggettivo spirituale poichè lui pensa che esso sia personificato dalla donna che lui stesso vede e descrive come un angelo delicato e prezioso, paragonabile al cielo, alle stelle, ai colori e ai fiori più belli e profumati.
Jacques Prevert racconta di un amore idealista ovvero giovane, quello dei giorni d'oggi, quello dei giovani e lo fa, dandoci l'immagine di questi due innamorati che si baciano davanti ad un portone senza vergogna di mostrare ai passanti ciò che provano. Per lui, l'amore è un momento magico, capace di trasportarci in una dimensione irreale.
Secondo Bertolt Brecht, l'amore è un sentimento a cui nessuno può porre resistenza e ce lo fa capire attraverso la sua poesia, formulata come canzone, dove racconta di una donna che attraverso gli insegnamenti della madre cerca di resistere agli uomini e all'amore, ma alla fine si lascia troppo andare presa da quella forte attrazione verso l'uomo che le piaceva.
Dante Alighieri, nel canto quinto della Divina Commedia, racconta dell'amore come peccato cosi grave da condannare gli innamorati a stare l'uno accanto all'altra senza potersi amare. Racconta di un amore fino al tradimento. Di un amore che fa male. Dell'amore come letteratura e dell'amore come dolore.
L'amore, è esattamente tutto ciò che questi poeti descrivono.
Ognuno di noi ha naturalmente le sue opinioni e le sue idee riguardo all'amore e questo anche grazie alle esperienze che ognuno di noi ha vissuto. Tutti siamo stati amati, siamo amati, amiamo e abbiamo amato. Tutti, o quasi, hanno avuto delle belle e brutte esperienze, che ci hanno insegnato molte cose importanti, che ci hanno fatto capire i nostri sbagli e quelli degli altri.
Anche io ho amato, amo, sono stata amata e sono amata.
Ho amato, ed amo tuttora, la mia nonna materna, morta ormai da due anni. Si chiamava Francesca. Era tutto ciò che mi rendeva felice, ciò che mi faceva sorridere, ridere, scherzare, giocare e amare. Era dolce, gentile, simpatica, timida, umile, unica e speciale. Insomma, è come se tutti gli aggettivi buoni presenti nella lingua italiana, fossero stati creati apposta per lei. Era l'amore in persona (l'amore personificato come dice Guinizzelli nella donna). Non riuscivi a farla arrabbiare e non riuscivi ad arrabbiarti con lei. Era proprio impossibile. I suoi occhi azzurri cielo e il suo viso pulito parlavano da soli. La guardavo e pensavo: "Come sarà senza di lei?" e poi mi rispondevo: "Non sarà". Non potevo vivere senza la mia nonnina. Era ed è la persona che più amo al mondo. Sapevo, come ovvio, che un giorno sarebbe arrivata la sua ora. Era malata. Ma io non ci volevo credere. La volevo con me, per sempre. Ma quando morì, non piansi. Non versai neanche una lacrima. Anzi, al suo funerale era venuta anche la mia migliore amica e forse a causa sua, mi scappò una risatina. Mi vergogno così tanto, ma così tanto, che se avessi il coraggio di uccidermi per poter andare in paradiso da lei e chiederle umilmente e con il cuore piangente "scusa", lo farei. Mi feci e mi faccio schifo. Non riuscivo a piangere. Non davanti a tanta gente. Sono sempre stata molto riservata e non mi è mai riuscito piangere in pubblico. Forse perchè considero questo una cosa privata. Una cosa personale.
Era come se per me non fosse accaduto. Come se lei non fosse morta veramente. Io la volevo ancora e non ero pronta a lasciarla andare. Era come se il giorno dopo sarei potuta andare a casa sua ed abbracciarla. Ogni tanto, prima di andare a letto, parlo con lei. In realtà faccio un monologo, ma io so che lei mi sta ascoltando. Piango, e piango, e piango. Mi manca da morire. Mi completava. So che è accanto a me. So che è ancora qui. Ne sono certa. Io l'ho sentita. Stavo dormendo nel mio letto, anzi, stavo cercando di addormentarmi. Ero chiusa in camera mia. Finestre e porte chiuse. Pensavo a mia nonna guardando fuori dalla finestra il cielo stellato e buio quando qualcosa mi sfiorò e mi spostò una ciocca di capelli dagli occhi. Mi girai di scatto e accesi la luce. Ero spaventata. Non vidi niente, nessuno. Feci fatica ad addormentarmi quella sera. Era lei? Era davvero lei? Se non lei, chi altro? Non dimenticherò mai quella notte. Voleva solo dirmi che lei c'era e che non se ne sarebbe mai andata. Con questa esperienza scoprì un altro lato dell'amore: il dolore.
Amo la mia famiglia, nonostante le frequenti litigata. Ma, ammetto che ho preferenze, probabilmente perchè alcuni mi sono stati più vicini nei momenti del bisogno. Adoro ed amo mia madre perchè è forte, coraggiosa, virtuosa, spettacolare, unica, favolosa, spaziale, bella e sempre pronta ad aiutare gli altri. Da e ha dato tutto per me, mio fratello e mia sorella. So che non smetterà mai di prendersi cura di me, e io mai di lei. Non si arrende mai. E' un pilastro, sempre presente e io la rispetto. Non potrei mai fare a meno di lei.
Amo i miei fratellini. Sono probabilmente le altre due persone, oltre mia mamma, di cui mi potrò sempre fidare. Grazie a loro, non sarò mai sola.
Amo mio padre, anche se non lo conosco bene, ma diciamo che lo conosco abbastanza. I miei hanno divorziato quando ero piccola e purtroppo non ho neanche un ricordo di loro insieme o di loro che si baciano. Comunque sia io lo amo e lui mi ama e secondo me, anche mia madre lo ama ancora un po'. Pochino. Perchè l'amore non è facile da cancellare.
Amo i miei nonni perchè sono persone da cui ho appreso e posso apprendere molto ancora.
Ho amato anche dei ragazzi nella mia vita, si. Un ragazzino alle elementari. Ora la considero una cosa da nulla, ma prima mi batteva forte forte il cuore al solo salutarlo o guardarlo negli occhi. Alle medie invece ho amato tre ragazzi che mi hanno amata solo per attrazione fisica. Ed ecco che conobbi l'amore superficiale. L'amore di Cecco Angiolieri. Ormai sono più matura e riesco a vedere più di un semplice bel fisico, più di una semplice persona. Vedo personalità, cuore, pensiero, mente, anima. Vedo qualcosa di più che mi fa battere il cuore ancora più forte di prima. Ho anche avuto relazioni a distanza. Molta distanza. Una telefonata era come se lui fosse qui, un testo era come un bacio, un video era come se lo incontrassi, un messaggio era come se ci toccassimo, con un semplice click vedevo il suo viso e con un altro lo facevo sparire. La sua faccia è migliaia di pixel ed un commento sulla mia pagina web non era abbastanza perchè era come se tutti e due fossimo stati innamorati della tecnologia. Fu una strana esperienza che mi insegnò a fidarmi di molte persone. Queste relazioni le ho avute con ragazzi che mi scrivevano dagli Stati Uniti, dal Canada i quali mi hanno insegnato la loro lingua e la loro cultura.
Ma un ragazzo. Uno in particolare. Il mio ragazzo. Il mio fidanzato attuale. Lui mia ha fatto vedere oltre lo schermo di un computer, oltre le parole scritte, oltre un video o un messaggio. Lui mi ha fatto innamorare di lui. Innamorare della voglia di incontrarlo. Innamorare del desiderio di scappare, prendere un volo e andare da lui. Vive in Norvegia. Si, abbiamo una relazione ha distanza da ormai 5 mesi. La relazione più lunga che io abbia mai avuto. E la gente mi chiede: "Ma come fai ad essere innamorata di lui? Non vi potete neanche toccare!".......C'è qualcosa di più del solo potersi toccare, baciare, del fare all'amore, C'è la voglia, il desiderio, la passione di volersi. Di volersi cosi tanto. Da impazzire. E probabilmente molti di voi non capiranno. Ma...è...inspiegabile quanto amore io provi per lui e lui per me. C'è qualcosa che va oltre il semplice poter stare insieme. Vi assicuro, che io e lui, siamo più uniti di quanto lo siano due fidanzati che stanno nella stessa scuola, due persone che vivono in casa insieme..
Non so più come spiegare alla gente che me lo chiede, che non è da pazzi. Ma se vi piace credere cosi, allora fate pure...sono pazza. E' l'amore che mi ha reso cosi. E' l'amore che provo per lui che mi ha trasformata.
Apprezzo tutti i lati dell'amore e imparo e memorizzo poichè ciò che ho commesso di giusto e sbagliuato mi sarà sempre utile in futuro.
Io credo che l'amore non sia solo un valore, un sentimento ed un momento magico, ma anche l'insegnate. L'insegnante da cui dobbiamo apprendere di più.
Desiree Fugazzola
giovedì 12 settembre 2013
Parafrasi di "Io voglio del ver la mia donna laudare" di Guido Guinizzelli
Io voglio del ver la mia donna laudare
ed assemblarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare
e ciò ch'è lassù bello a lei somiglio.
Verde river' a lei rasembro e l'are,
tutti color di fior', giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesimo Amor per lei rafina meglio.
Passa per via adorna, e si gentile,
ch'abbassa orgoglio a cui dona salute,
e fa'l de nostra fè se non la crede,
e no-lle po' appressare om che sia vile;
ancor ve dirò c'ha maggior vertute:
null'om po' mal pensarfin che la vede.
Io voglio davvero laudar la mia donna
e paragonarla alla rosa e il giglio
lucente come la stella del mattino
e ciò che è in cielo somiglia a lei
A lei assomiglia una pianura verde e l'aria
tutti i colori dei fiori giallo e vermiglio
oro e azzurroe ricchi gioielli
grazie a lei l'amore si perfeziona
Cammina per la strada abbellita, cosi elegante
che abbassa l'orgoglio ad ogni uomo che la saluta
e lo rende cristiano se egli non lo è
e non le si può avvicinare nessun uomo volgare
e nacora vi dirò che non c'è uomo che nel vederla può pensare al desiderio
Questa cari lettori, è la parafrasi fatta da me della poesia di Guido Guinizzelli intitolata "Io voglio del ver la mia donna laudare".
Ho studiato e analizzato questa poesia a scuola e devo dire che l'ho trovata molto profonda.
La bugia è la critica all'idea che esiste una sola verità.
Guinizzelli costruisce dei valori.
Grazie a tutti
mercoledì 11 settembre 2013
Recensione del romanzo: "Il cacciatore di aquiloni"
Titolo del libro: Il cacciatore di aquiloni
Autore: Khaled Hosseini
Genere: romanzo
Trama del libro: Amir, vive con il padre Baba e i servitori Alì e Hassan in una grande villa con giardino. Hassan oltre ad essere il servitore di Amir, è anche il suo migliore amico e il suo fratellastro. L'amicizia che si costruisce tra i due ragazzini è un'amicizia che va oltre tutto, oltre l'essere diversi. Insieme passano le giornate giocando e leggendo storie. Le gare di aquiloni sono i punti di massimo splendore della loro amicizia, ma una di queste, porterà alla separazione dei due amici. Nello stesso periodo arriveranno i russi a Kabul ed Amir e Baba scapperanno negli Stati Uniti d'America, mentre Alì e Hassan fuggiranno da Kabul ma resteranno in Afganistan. Gli anni passano e Amir sarà segnato dalla tragica morte del padre. Riceverà una telefonata da un vecchio amico, Rhaim Khan, che gli chiederà un grande favore...
Commento: Sono due i temi del romanzo che più mi hanno incuriosita: l'amicizia tra Hassan e Amir ed il senso di colpa.
E' incredibile come un amico possa farti stare bene. Non solo con lui, ma anche con te stesso. Un amico non è solo una persona con cui passare del tempo, con la quale confidarsi o alla quale chiedere aiuto. Hassan dimostra che un amico è qualcosa di più. E' qualcuno che ti ama e ti accetta per quello che sei, sia nel bene che nel male; è un insegnante da cui apprendere e un allievo da istruire; è un libro da leggere e una pagina su cui scrivere; è un quadro da analizzare e una tela sulla quale dipingere.
"Essere guardato e non soltanto visto, essere ascoltato e non soltanto udito".
Un amico ti rende felice, e quando lo stai per perdere hai paura, perchè è una parte di te, perchè è indispensabile.
"Ho paura perchè sono felice, e una felicità cosi grande puoi provarla solo quando stai per perderla".
Il rapporto tra Hassan e Amir è un rapporto unico. Ciò che li lega è più di ciò che li separa, ma ciò che li separa, ad Amir, fa paura e lo costringe a mollare, tutto. Mentre Hassan, nonostante fosse meno sapiente, nonostante fosse solo uno schiavo, aveva coraggio e quella paura la affrontava, perchè c'era qualcosa in palio, un'amicizia, qualcuno da proteggere, Amir.
Mi farei mai picchiare per proteggere la mia migliore amica?
E' questa la domanda che mi sono posta leggendo il capitolo in cui Hassan, pur di prendere l'aquilone del suo migliore amico, si sarebbe fatto picchiare.
E' una domanda troppo difficile, è troppo difficile. Rilessi quelle pagine molte volte, e piansi. Perchè io non l'ho provata un'amicizia cosi forte? Perchè io non l'ho provata un'amicizia che si spinge oltre la paura?
Quel bambino teneva di più alla vita dell'amico che alla sua. Come era possibile?
No, io non avrei mai fatto quello che fece Hassan. Io mi amo troppo e amo troppo poco.
Mentre Hassan ama, e ama cosi tanto che non disprezza niente. Nonostante Amir lo imbrogli, nonostante Amir non lo proteggesse, nonostante Amir non si sarebbe mai sacrificato per lui, Hassan lo amava con tutta la sua anima e il suo corpo.
Avrei voluto averla io un'amicizia come questa di Hassan e Amir. Se lei ( la mia migliore amica della quale comunque non dirò il nome) non faceva qualcosa per me, io non la facevo per lei. Se lei non scriveva io non scrivevo. Mi ricordo che provai a migliorare, e migliorai. Diventai come Hassan. Se lei mi dava la colpa per qualcosa che aveva fatto, io mi prendevo la colpa; solo un giorno mi accorsi che stavo migliorando solo io, che lei rimaneva sempre la stessa, e che io stavo diventando una specie di schiava, un oggetto da tirare fuori solo nel momento del bisogno. E questa cosa non mi stava più bene, perchè io non mi sentivo amata tanto quanto amavo. E mollai, tutto, proprio come fece Amir. Avrei voluto essere più forte. Avrei voluto essere come Hassan, che nonostante tutto, andò aventi.
E provo ancora dei sensi di colpa. Quando vedo due amici insieme, mi ricordo di me e lei. Pensavo forse che mollando tutto avrei potuto dimenticare? Forse, ma ora so per certo che non si può dimenticare il passato, perchè il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente.
Mi ricordo di quando la invitai a casa mia, per dirle che era tutto finito e quando glielo dissi, non mi chiese nemmeno il perchè, sembrava proprio che non le importasse. Stava li, a guardarmi. Come se l'oggetto che fino ad ora aveva usato, si fosse solo guastato e non rotto. Avrei voluto che pronunciasse quella parolina, quella piccola domanda che avrebbe fatto scattare in me la gioia di sapere che ci teneva, che mi voleva bene almeno un po'. Avrei voluto risponderle e avrei voluto che lei mi facesse altre domande; e io le avrei dato altre risposte. Ma non chiarimmo nulla. Uscì di casa, senza versare neanche una lacrima. Volevo tornare indietro nel tempo, la volevo di nuovo la mia padrona, la mia amica. Mi sentivo persa ed inutile. Almeno lei mi usava. Volevo tornare, ma non lo feci, perchè immaginai una vita migliore che avrei potuto avere senza di lei e fortunatamente avevo una bella immaginazione.
"Avrei trascinato Hassan e gli avrei detto, mentre le mie lacrime si mescolavano alla pioggia, che mi dispiaceva. Ci saremmo abbracciati sotto il diluvio. Mi dispiaceva davvero, ma non piansi, e non inseguii la macchina. Rimasi a guardare la Mustang di Baba sparire dietro la curva, portandosi via la persona la cui prima parola era stato il mio nome".
Se avessi aspettato ancora un po'? Magari lei avrebbe potuto cambiare. No...non avrebbe potuto.
"Il tempo peggiora solo le cose, ricordatelo sempre".
Recensione del romanzo: "Molto forte, incredibilmente vicino"
Titolo del libro: Molto forte, incredibilmente vicino
Autore: Jonathan safran Foer
Genere: Romanzo
Trama del libro: Oskar Sheel è un ragazzino americano amante delle invenzioni, che si veste di soli abiti bianchi e la cui missione è quella di trovare qualcosa da aprire con una chiave, trovata per caso nel magazzino del padre, tragicamente scomparso nell'attentato dell'11 Settembre alle Twin Towers (Torri Gemelle). La sua ricerca non ha soltanto uno scopo, anzi, attraverso questa piccola avventura il protagonista, proverà a compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare e troverà una risposta all'enigmatico ritrovamento della chiave e ai suoi dubbi.
Giudizio personale: "Mi avrebbe raccontato la storia del sesto distretto, dalla voce nel barattolo fino all'inizio, da <<Ti amo>> a <<Una volta, ma tanto tempo fa...>>. E saremmo stati salvi".
Sarà il modo in cui è scritto, sarà la storia intrigante, questo libro mi ha travolta letteralmente. Mi ha fatto vivere ogni singola parola, vedere ogni singola fotografia, mi ha fatto bagnare le pagine di lacrime: lacrime tristi, lacrime gioiose, lacrime spaventate e lacrime curiose. Mi ha fatto conoscere una New York che non ho mai conosciuto, ma soprattutto, ha inciso nella mia mente, nel mio cuore e nel mio pensiero, una storia che non sarà mai possibile dimenticare. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che hanno il desiderio di vivere la vita di un altro, in prima persona.
Autore: Jonathan safran Foer
Genere: Romanzo
Trama del libro: Oskar Sheel è un ragazzino americano amante delle invenzioni, che si veste di soli abiti bianchi e la cui missione è quella di trovare qualcosa da aprire con una chiave, trovata per caso nel magazzino del padre, tragicamente scomparso nell'attentato dell'11 Settembre alle Twin Towers (Torri Gemelle). La sua ricerca non ha soltanto uno scopo, anzi, attraverso questa piccola avventura il protagonista, proverà a compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare e troverà una risposta all'enigmatico ritrovamento della chiave e ai suoi dubbi.
Giudizio personale: "Mi avrebbe raccontato la storia del sesto distretto, dalla voce nel barattolo fino all'inizio, da <<Ti amo>> a <<Una volta, ma tanto tempo fa...>>. E saremmo stati salvi".
Sarà il modo in cui è scritto, sarà la storia intrigante, questo libro mi ha travolta letteralmente. Mi ha fatto vivere ogni singola parola, vedere ogni singola fotografia, mi ha fatto bagnare le pagine di lacrime: lacrime tristi, lacrime gioiose, lacrime spaventate e lacrime curiose. Mi ha fatto conoscere una New York che non ho mai conosciuto, ma soprattutto, ha inciso nella mia mente, nel mio cuore e nel mio pensiero, una storia che non sarà mai possibile dimenticare. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che hanno il desiderio di vivere la vita di un altro, in prima persona.
IL MIO PRIMO ARTICOLO
Salve a tutti e benvenuti nel mio blog.
Mi chiamo Desiree e sono una sedicenne che vive a Milano.
Ho deciso di creare un mio blog perchè adoro scrivere e farlo soltanto a scuola per verifiche o temi mi ha un po' st
ufato...cosi ho deciso che qui scriverò di quello che voglio, ciò che voglio, come voglio e quando voglio.
Scriverò di libri, film, canzoni, ricette, riflessioni e insomma, tutto ciò che mi passa per la testa quando sono davanti al computer.
Sarà un blog divertente, diverso, curioso e sopratutto sarà un libro...una specie di mio diario personale. Non annoierà mai, anzi sarà qualcosa con cui distrarsi.
Siete impiccioni? Ficcanaso? Bhe questo è il vostro giorno fortunato cari miei...pettegolezzi a go go!
Siete romantici? Bhe questo è il vostro giorno fortunato perchè scriverò di amore, passione, distanza e molto altro!
Siete deprerssi? Bhe questo è il vostro giorno fortunato...ci penserò io a tirarvi su di morale!
Siete curiosi? Bhe...leggete e scoprirete...;)
Mi chiamo Desiree e sono una sedicenne che vive a Milano.
Ho deciso di creare un mio blog perchè adoro scrivere e farlo soltanto a scuola per verifiche o temi mi ha un po' st
ufato...cosi ho deciso che qui scriverò di quello che voglio, ciò che voglio, come voglio e quando voglio.
Scriverò di libri, film, canzoni, ricette, riflessioni e insomma, tutto ciò che mi passa per la testa quando sono davanti al computer.
Sarà un blog divertente, diverso, curioso e sopratutto sarà un libro...una specie di mio diario personale. Non annoierà mai, anzi sarà qualcosa con cui distrarsi.
Siete impiccioni? Ficcanaso? Bhe questo è il vostro giorno fortunato cari miei...pettegolezzi a go go!
Siete romantici? Bhe questo è il vostro giorno fortunato perchè scriverò di amore, passione, distanza e molto altro!
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